sabato, agosto 19, 2006

La nuova legge sull’affido chiede ai genitori più maturità

Venerdì 18 Agosto 2006

Il parere dello psicologo
«La nuova legge sull’affido chiede ai genitori più maturità»

di Salvatore Nigro



Da alcuni mesi è andata in soffitta la vecchia legge sull’affido congiunto, sostituito da quello condiviso, anche per le lotte giuridiche di tanti genitori esclusi dalla gestione paritaria dei figli dopo un matrimonio andato a rotoli. «Non esiste più un genitore affidatario e un genitore con diritto di visita – afferma Germano Parlato, psicologo e psicoterapeuta dell’Ulss 6 di Vicenza, responsabile provinciale del servizio adozioni – ma i figli sono affidati ad entrambi e, soltanto come eccezione, ad uno di essi. In caso di separazione, infatti, il figlio minore ha il diritto di mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con ciascuno di essi, di ricevere cura, educazione e istruzione da entrambi. I genitori vengono messi sullo stesso piano, con obblighi e funzioni simili. La nuova legge stabilisce il principio della bigenitorialità, e cioè che madre e padre possono lasciarsi, separarsi o risposarsi, ma restano entrambi e per sempre genitori dei propri figli, con gli identici diritti e i medesimi doveri».
- E se la coppia non trova un accordo oppure persiste una eccessiva litigiosità, la legge cosa prevede?
«L’intervento del giudice. Fino ad oggi il genitore affidatario, in oltre l’ottanta per cento dei casi, è stata la madre. Non si tratta di costringere i genitori ad andare d'accordo, ma di attuare scelte responsabili e civili per il bene dei figli. Soltanto le decisioni più importanti saranno prese in modo congiunto mentre per il resto spetterà al giudice valutare se la conflittualità esistente nella coppia permette un vero e proprio esercizio congiunto della potestà, oppure se sia meglio assegnare a padre e madre compiti distinti rispetto ai figli, sia dal punto di vista educativo che da quello economico. I cambiamenti riguarderanno anche la procedura degli alimenti e non sarà più soltanto il genitore non affidatario a dover provvedere al sostentamento dei figli ma entrambi gli ex coniugi saranno chiamati a contribuire in base alla propria disponibilità».
- Quali i punti di forza e quali quelli “critici” della nuova legge?
«Dopo la separazione, i coniugi non dovrebbero mai dimenticare di essere ancora genitori e dovrebbero quindi trovare un rapido accordo sui molti problemi che si pongono nella crescita dei figli, rapido perché i tempi dei bambini non sono compatibili con i tempi della giustizia ordinaria. Nessuno dei genitori dovrebbe prevalere sull’altro. La concezione implicita della legge offre una “visione ottimistica” della separazione, di genitori in grado di prendere decisioni razionali, soprattutto nei casi in cui la ferita della separazione è ancora aperta e il grado di conflittualità è ancora alto. È un po’ illusorio pensare che diventi all'improvviso capace di farlo chi non ha saputo decidere prima della separazione. Appare carente, infine, il ricorso alla mediazione familiare. L'affido condiviso può funzionare solo se scelto e voluto da entrambi i genitori».
- Cosa diciamo ai genitori che si stanno separando?
«Per evitare al minore un trauma è importante che durante la separazione i coniugi riescano a differenziare i problemi legati alla conflittualità della coppia da quelli relativi al proprio ruolo di genitore. Soprattutto è da evitare di mettere sotto cattiva luce l’altro coniuge agli occhi dei figli che hanno diritto di mantenere un legame positivo con entrambi i genitori. L’importante è che il divorzio o la separazione non coincida mai con la fine storica del legame, cioè con la definitiva rottura perché si rimane comunque ancora genitori dei figli che sono stati generati insieme».

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