venerdì, luglio 29, 2005

Tritatutto - genitori e bambini sono le vittime

Eppur si muove. Ogni giorno arrivano notizie di piccoli risultati. Un po da tutto il mondo e anche in Italia. Mi fa molto piacere per Aldo Forte sapere che anche le sue vicende si sono finalmente concluse dopo 10 anni di incredibile tenacia e presistenza. "Carissimi , oggi 26 luglio 2005 la Corte di Appello di Bologna si è espressa sull'affidamento di Devid. Forse per la prima volta un tribunale ha rigettato tutte le richieste di una donna e l'ha condannata al pagamento di tutte le spese processuali di 1° e secondo grado . Dopo molti anni finalmente quasi giustizia è stata fatta . Sono felice perchè quale motivazione della sentenza della corte di appello del rigetto è stata la strumentalità dei ricorsi della stessa."

Leggere la storia di aldo fa venire i brividi, immedesimandosi in lui, ma sopratutto pensando al gravissimo trauma subito dai suoi figli.
Se tutti i padri avessero combattutto come lui sicuramente adesso le cose nella nostra società sarebbero diverse! Queste situazioni incredibili, fanno capire cosa puo' motivare gli estremi gesti di rabbia di chi non ce la fa a resistere al sistema tritatutto. Immaginate di essere "dichiarati pazzi" e come tali considerati da tutti, continuare a difendersi. Perdere il lavoro. Continuare a vedere rigettate le vostre richieste di verifica. Sapere di essere stati sottoposti ai piu' stringenti controlli medici per questioni di lavoro e venire dichiarati pazzi, sulla base di una persona del sistema che non aveva non solo alcun titolo per esprimere qualle valutazione, ma neppure il minimo barlume di prova. Le parole scritte su un pezzo di carta legale sono "verita' legale" piu' incontrovertibile della verita' scientifica. Un errore puo' sempre succedere, ma la cosa aberrante e' la pervicacia di un sistema che sulla base di un errore assurdo, continua a fare di tutto per non accorgersi dell'errore e provvedere tempestivamente alle contromisure, procedurali e puntuali.

Quelli che ogni anno esplodono, perche' non trovano via di uscita. Non sono folli. Sono vittime di un mobbing genitoriale di stato, causato da evidenti negligenze procedurali e scarsa professionalita/serieta' di chi deve dare un servizio pubblico. Riassumendo in breve la storia, si capisce che anche la mamma, ex compagna di Aldo e' anchessa vittima del sistema. Come sempre avviene in questi casi. Si capisce che la mamma prima di tutti aveva bisogno di AIUTO e sostegno, insieme alla sua famiglia, per il bene dei figli minori.

Invece, questo sistema "giudiziale" ha mostrato i gravi danni che derivano da un approccio totalmente imperniato sul diritto e sulla burocrazia. Valutando un "sistema", sia esso una fabbrica automatica, un ospedale o un moderno ed efficiente "processo di separazione dei genitori con figli minori" ne devo valutare il livello di qualita' in termini di tempo di processo, tempi di attesa, efficacia (costi/benefici) e sopratutto qualita' del prodotto finale. Il processo di separazioni giudiziale ne esce con punteggi da era preindustriale. Se lo paragonassimo a un ospedale, i suoi medici sarebbero tutti inquisiti per negligenza e i pazienti con mortalita' africana. Il benchmarking con un ospedale e' piu' che corretto, essendo entrambi i processi operanti su "persone" il cui "benessere" finale e' un parametro essenziale della valutazione. Viene misurato il benessere psichico di madre, padre e figli dopo la separazione? NO! Non interessa a nessuno. Non esiste neppure il concetto di sistema di qualita' nei sistemi giudiziari! Il cui compito di un sistema di qualita' e' proprio quello di definire protocolli e procedure per minimizzare gli "errori di sistema" e gli "errori stocastici", massimizzando la qualita' del prodotto finale: il benessere del minore e dei suoi genitori, che ad esso sono essenziali.

Quando si vola, ogni volta che avviene un pur minimo incidente (occorrenza di problema) si traccia il problema, si fa una indagine per risalire alla causa, si aggiornano immediatamente le procedure. Solo per questo possiamo avere una relativa sicurezza del volo. Siccome e' in gioco la vita delle persone diventa essenziale garantire livelli di affidabilita' e di qualita' molto elevati.

Nella storia di aldo, un errore di valutazione, dovuto a un evidente pregiudizio di una sola persona che non aveva alcun senso di responsabilita', o che semplicemente applicava una "regola standard" ha provocato dieci anni di sofferenze incredibili ai figli, che qualsiasi padre di riflesso avrebbe sofferto per il senso di assoluta impotenza. Quanti padri nella situazione di Aldo avrebbero desistito dopo uno o due anni? Le statistiche ci dicono il 50%.

E' ora che il mondo chiuso delle separazioni si confronti con il mondo reale. Entrare in un tribunale da la stessa sensazione di rivivere l'atmosfera Orwelliana di Brazil, mitico film di Gillam. Presenziare e partecipare a un dibattito sulla legge per chi non e' avvocato, magistrato o psicogiurista, e' "invasione di territorio sacro" e il commento piu' benevolo che si puo' sentire e' "sembra di essere da Maurizio Costanzo." Questo rifiuto della cross-professionalita' del benchmarking e' l'essenza della negazione della qualita' del processo. Causa primaria di tutti gli scompensi che sono identici in tutto il mondo che adotta le stesse procedure.

Chi sono per dire questo? Un ingegnere che guarda alla nuda realta' senza precondizionamenti ne devianze emotive. Cosa tiene assieme una coppia genitoriale? Le leggi? Il bastone? Non penso che quando due mettono in cantiere un figlio siano li a fare la coda per la carta bollata. Le forze di aggregazione familiare sono essenzialmente le risultanti di transazioni psicologiche tra l'interno e l'esterno della famglia. La loro dinamica e' piu' influenzata da aspetti "psicologici" che legali. Semmai un fattore di crisi o stabilita' sono i soldi e l'amore. Cambiamenti stressanti sono il cambiamento di lavoro, la perdita di una persona cara, la nascita di un figlio, il cambio di abitazione. Quando una coppia scoppia, le comunicazioni tra i genitori sono quasi "riflessi automatici" con transazioni bloccate su riflessi quasi pavloviani. Se in quelle condizioni decidono di "superare il momento stressante" separandosi, aggiungono a una situazione stressata al limite un ulteriore picco di stress derivato dalla decisione di separarsi. E' quasi normale che in condizioni non di quiete e relax, i due genitori siano ulteriormente destabilizzati sul piano psichico. Per non parlare di cosa avviene quando ci sono anche condizioni iniziali di personalita' anche lievemente disturbate o con problemi di autostima/dipendenza. Come reagisce una personalita' paranoica in una fase di separazione? Una madre dipendente e fagocitante? Un padre? Non e' una questione di genere. Ma di transazioni che si instaurano in condizioni di elevato stress.

Di norma una coppia si rivolge all'esterno. Parenti stretti. Amici. Confessore. Psicoterapeuta. Analista. Avvocato. Chiede auto. Facciamo un test. Secondo voi, a buon senso, chi dovrebbero essere le persone esterne alla coppia, che un buon manuale di qualita' dovrebbe prescrivere al primo punto di insorgenza di crisi nella coppia? "Tra moglie e marito non mettere il dito" recitava la saggezza popolare, di cui abbiamo perso le dimostrazioni scientifiche di validita'.

Forse in America l'analista avrebbe qualche preferenza. Qui da noi, per certo Amici, Parenti, Avvocato sono la sequenza piu' frequente. Non certo le persone piu' competenti e specificamente preparate per dare sostegno valido alla coppia genitoriale. La coppia ha la comunicazione emotiva bloccata. Non riescono a sentirsi in sintonia. Come prima cosa si deve rimettere ordine nella comunicazione. Nel protocollo di handshake tra i due. Farli parlare e ascoltare a turno. Riprogrammare il loro linguaggio, per tenere sotto controllo le classiche distorsioni cognitive come il pensiero polarizzato, tutto o nulla, generalizzazioni e altre distorsioni logiche. Riportare tutto su un piano razionale e poi di condivisione emotiva. Ci sono numerosi testi e scuole di riferimento.

Questa azione di sostegno, pragmatica ha una certa resa. Che puo' poi pilotare psicoterapie piu' mirate anche di tipo analitico. Se comunque fallisce, il suo naturale sbocco e' la mediazione genitoriale per mantenere comunque la comunicazione essenziale riguardante i figli.

Troppo spesso, la paura del "medico del cervello" e il mito del "divorzio facile" consumistico e "se son piccoli i bimbi soffrono anche meno", fa saltare a pie' pari con grande slancio ogni tentativo di far funzionare una coppia, che fino a quel momento di "picco stressante" funzionava bene. Un po come si fa con l'elettronica oggi, e' di moda buttar via una famiglia e farne un'altra. Ci sono recidivi seriali che arrivano a incasinarsi con tre o quattro situazioni da ricovero, tutte in tribunale. Ovvio che poi non ti rimane che l'estremo rimedio. La soluzione finale.

Tipicamente, il saltare a pie' pari ogni sostegno psicologico, formazione o mediazione, e andare a parlare con l'avvocato nel picco di massimo stress e conseguente disequilibrio psichico, fa scatenare meccanismi di "rivalsa isterica" ovvero "l'acting out" dei problemi psicologici in azioni giuridiche. Avvocato, faccia questo, faccia quello. L'avvocato se esperto e autorevole puo' anche in qualche modo mitigare, ma nulla vieta che un cliente intransigente trovi pane per i suoi denti. E cosi' esplode il conflitto. Piu' una persona e' insicura e piu' sara' indecisa, incentivata a non mettersi in discussione e lanciarsi a testa bassa "contro" l'altro genitore. Tira e molla sui figli. Tira e molla sui soldi. Consensuali che diventano giudiziali. O che fanno scaturire una denuncia per pedofilia, violenze e quanto altro. PAS (Sindrome di Alienazione Genitoriale) per alienare i figli. Tutti problemi nati da situazioni che non hanno nulla a che vedere con il diritto e con la legge.

Ci sono tre livelli di realta'. Quella reale, che nessuno di noi conosce se non per approsimazione. Quella percepita, che e' fortemente soggettiva, condizionata da quanto arriviamo a conoscere e come questa conoscenza viene modulata dalle nostre emozioni. Poi c'e' una cosa che esiste solo nei tribunali, che e' la "realta' processuale" ovvero la realta' verificate da prove ammesse legalemente. Che spesso e' ben diversa dalla "realta' misurata o scientifica" ovvero il nostro miglior modello di identificazione della realta' cn gli adeguati parametri. Ad esempio. Se uno che ha titolo dichiara che il signor x e' pazzo, anche se non ha alcuna misura oggettiva e ripetibile da cui ricava la diagnosi, puo' essere scritto agli atti come verita' giuridica. Che ha valore sociale. Un violentatore o un pedofilo o uno psicopatico o psicoinstabile difficilmente avra' accesso ai figli.

Insomma in tribunale si entra in una realta' particolare, burocratica, che offre garanzie sul piano legale e del diritto solo sul piano formale.

Date queste premesse, risulta ovvio che il risultato finale del sistema dipende molto dalle condizioni di ingresso dei due genitori e dalle condizioni al contorno di assistenti sociali, consulenti di parte, consulenti del giudice e avvocati. Il magistrato avra' rarissime occasioni per conoscere direttamente la realta, basandosi esclusivamente sulla realta' degli atti e quindi dalla presentazione della realta' offerta nella fase di "acting out" di tutti gli attori.

Come mai allora tante coppie di genitori si separano pacificamente realizzando la piena ed equa compartecipazione alla vita dei figli? Perche' hanno maturato assieme ed elaborato il progetto di separarsi, senza fretta, mantenendo rispetto, fiducia reciproca e totale responsabilita' genitoriale, che non viene mai delegata, se non su un piano meramente formale. Possono avere il giudice che scrive quello che vuole sulla omologa, perche' finira' in un cassetto, insieme agli altri certificati di stato di famiglia. Continueranno ad essere genitori.

Questo e solo questo realizza il massimo bene del minore, pur nella separazione dei genitori che comunque dispiace. Sia la mamma che il papa' sono fondamentali se idonei e si impegnano ad essere genitori, decicando tempo, imparando e confrontandosi tra loro e con esperti.

Questo deve essere l'obiettivo di una legge ce tuteli veramente i minori e la bigenitorialita'. Un processo che incentivi la riduzione del conflitto trai genitori. La legislatura piu' avanzata si sta proponendo in US, Tennesse e California. Parla di
"Time-Shift Shared Parenting". This is identical to the equal custody bill which had previously been filed and debated in Tennessee. It ceases any power of judges over children who have fit parents, by the parents time-dividing the primary decision-making (residential) status between them. It also stops almost all custody battles before they even begin, because there is no morecustody to fight over.

Ovvero, appurando scientificamente con test piu' scientificamente accurati che i due genitori sono idonei, non patologizzanti, il giudice non deve decidere nulla perche' si attua PER LEGGE UN AFFIDO ALTERNATO dividendo quindi temporalemente la piena responsabilita' parentale cosi' come farebbero due genitori non separati civilmente quando si trovano a distanza per qualche motivo, ad esempio di lavoro. Questo elimina immediatamente ogni motivo di contenzioso riguardante i figli, ovvero decisioni, tempo, casa e soldi.

Questo e solo questo, disincentiva l'escalation di rivalsa giudiziale, incentivando invece il ricorso a terapia di coppia o mediazione genitoriale, che effettivamente non puo' essere imposta per definizione stessa del procedimento di mediazione. Si puo' mediare solo se vi e' un punto equo di partenza (parita' tra le parti) e si rende piu' efficace in termini di rapporto costi/benefici trovare insieme una comunicazione e un compromesso autonomamente e non imposto da un terzo e quindi subito in modo passivo.


martedì, luglio 26, 2005

Senza Famiglia - Figli dispersi nel naufragio

ISTAT 2003 la famiglia affonda. Da una analisi di Massimiliano Rella, pubblicata lunedi 25 luglio su IL SOLE-24 ORE, Liguria e Valle D'Aosta hanno la palmares della instabilita' familiare, con una famiglia che si dissolve per ogni nuova famiglia che si crea. I ratei sono Liguria e Valle' 93% Piemonte 76% Emilia 74% Friuli 71% Lombardia 63% - un incremento allarmante rispetto alla media di 33% del 2002. Che fa presagire l'urgenza di una riforma del diritto di famiglia, ormai non ulteriormente procrastinabile.

La prassi e' ancora di lasciare il minore con la madre, con il picco di affidi congiunti in Liguria al 22%. Siamo anni luce dalla civile Olanda con un tasso del 96% di affidi a entrambi i genitori. La media delle consensuali in Italia ha un misero 3,4% di affidi al padre e 13% di congiunti/alternati. Nelle giudiziali i congiunti/alternati crollano al 4,8% rendendo l'affido esclusivo un'arma di alienazione genitoriale, che elimina la figura del padre.

Rodolfo Ballini, presidente della prima sezione di corte d'appelo di Genova: "Dalla mia esperienza di 25,000 cause ho notato che l'affidamento esclusivo alimenta molto la conflittualita'." Paolo Martinelli, presidente della sezione famiglia del tribunale di Genova: "E' un buon disegno di legge [in discussione al senato] ma la legge da sola non puo' abbassare la conflittualita' e garantire la bigenitorialita'. Ci sarebbe bisogno di piu' psicologi specializzati nei problemi dei minori."

Mediazione e sostegno psicologico, per focalizzare i genitori sul futuro del loro progetto genitoriale che rimane per tutta la vita. Mediazione che deve essere incentivata da un diritto certo e non interpretabile, che dia certezze ai genitori sul loro diretto e equo coinvolgimento nella vita dei figli, anche da separati. Abitare in due case diverse non deve privare i figli della presenza di entrambi i genitori. Mantenimento diretto e pariteticita' dei tempi sono non discutibili.

In Italia le normative che trattano la mediazione familiare sono la legge 285/97 e la legge 154/01 "misure contro la violenza nelle realazioni familiari" - paradosso tutto italiano, visto e considerato che tutte le associazioni dei mediatori concordano che nel ritenere impossibile intervenirer con la mediazione sulle coppie in cui esplodono episodi di violenza. La legge prevede la mediazione obbligatoria proprio in casi di violenza.

Stona allora il fatto che la mediazione obbligatoria sia stata affossata nel progetto di legge sulle separazioni.
Si deve rendere obbligatorio un corso di formazione genitoriale che con piu' incontri illustri i possibili danni sui figli di una genitorialita' non condivisa, insegnando ai genitori a riflettere e comunicare per realizzare un modo di gestire i figli che renda giustizia ad entrambe le figure di riferimento. In Francia il giudice puo' ingiungere l'incontro con un mediatore, in modo che io genitori siano informati sugli obiettivi e la prassi della mediazione. Anche in Norvegia e' previsto il passaggio preliminare obbligatorio informativo. Nel primo triennio applicativo della legge e' stata riscontrata una diminuzione del 40% del contenzioso.

Sono 898 di cui 245 pubblici i centri di mediazione censiti sul territorio. Presso le ASL si paga un ticket di 5,19 a incontro. Molto meno del costo di una giudiziale, non considerando il costo psicologico per genitori e figli di una separazione impostata male, su basi conflittuali che proseguono in giudizio per anni senza mai risolversi del tutto, se non con la definitiva esclusione del padre. Che magari si ripresenta dopo qualche ventennio a "C'e' Posta per te." per sapere se i figli sono ancora vivi.

Puo' reggere la nostra societa' all'assedio competitivo e politico del resto del mondo quando i nostri figli, societa' del domani, si ritrovano a nuotare da soli mentre la famiglia affonda? Stiamo offrendo loro le migliori opportunita' per competere?

"Un esperto in mediazione" commenta Carla Mazzuca Poggiolini, deputata dei repubblicani europei e convinta sostenitrice della mediazione familiare - farebbe capire alla coppia l'utilita' di un accordo per discutere di qualcosa che rimane per tutta la vita: la responsabilita' genitoriale. Un legislatore accorto deve prevedere alcune occasioni extragiudiziali di sostegno alla coppia, avvicinandoci a un approccio pacifico alle separazioni, come gia' avviene in altri paesi dove con questo servizio di sostegno si e' registrata una significativa riduzione del contenzioso."

Uno degli aspetti piu' contestati e' la formulazione dell'art. 155-bis sulla possibilita' di mantenre l'affido aun solo genitore. Un linguaggio vago. Che fa venir meno la certezza di diritto. Il Senatore Riccardo Pedrizzi, responsabile per la famiglia di AN, ha inviato una lettera ai presidenti della commissione giustizia (Antonio Caruso) e della commissione infanzia e minori (Ettore Bucciero) del Senato, sostenendo la necessita' di interventi chirurgici sul disegno di legge.

Mediazione, mantenimento diretto, affido a entrambi i genitori con partecipazione in eguale misura alla vita dei figli, devono essere chiaramente definiti nella legge.

venerdì, luglio 22, 2005

Perche' la legge e' Incompleta.

Una nuova separazione dei genitori sancisce i diritti dei figli a vivere con due genitori. Mancano i mezzi di attuazione.

La riforma della separazione dei genitori che prevede l’affido condiviso dei figli e’ stata finalmente approvata alla camera il 7 luglio 2005. Un lungo e travagliato cammino parlamentare ha finalmente ottenuto un largo consenso sul principio cardine: I diritti dei figli a vivere con entrambi i genitori.

Per la prima volta si legge a chiare lettere nella pdl66A appena licenziata alla camera:

“Art. 155. - (Provvedimenti riguardo ai figli) – Anche in caso di separazione personale dei genitori il figlio minore ha il diritto di mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con ciascuno di essi, di ricevere cura, educazione e istruzione da entrambi e di conservare rapporti significativi con gli ascendenti e con i parenti di ciascun ramo genitoriale.”

Nella odierna prassi di separazione legale, la scelta di affidare in via esclusiva ad un solo genitore l’esercizio della potesta’ genitoriale, ha di fatto sostenuto un dilagante vizio tra alcuni genitori affidatari, che con la separazione escludono dalla vita dei figli il genitore non affidatario (il padre, salvo un 3% di casi eccezionali). Specularmente, ha indotto alcuni genitori non affidatari, a considerate assolte le proprie responsabilita’ genitoriali, delegando in toto al genitore affidatario ogni compito di cura, salvo contribuire alle necessita’ dei figli in via esclusivamente economica, degradando nel tempo ogni forma di partecipazione.

In assenza di altra etica universalmente riconosciuta, la legge e sopratutto la sua attuazione concreta, diventano un radicato mezzo educativo che influenza il comportamento della societa’.

Si ripete con sempre maggiore frequenza l’allarme per il grave danno esistenziale dei figli che crescono “in assenza del padre” e ci si interroga per come coinvolgere maggiormente i padri nel loro fondamentale apporto educativo alla societa’ del domani, i figli. Appare quindi con tutta la sua gravita’ il danno di una legge che non contrasta, ma anzi favorisce l’allontanamento del padre dai figli.

La legge attualmente in vigore, prevede tre forme di affido: esclusivo, alternato e congiunto.

Di fatto, per consuetudine, la giurisprudenza e’ stata orientata a preferire l’affido esclusivo alla madre, in modo da risolvere sbrigativamente i problemi di gestione dei figli in caso di disaccordo tra i genitori.

L’affido congiunto, infatti, non definendo le modalita’ di esercizio della potesta genitoriale, non viene mai applicato quando i genitori non trovano accordi per ripartirsi i compiti di cura dei figli.

Questo ha consentito, in molti casi, la prepotente prevaricazione del genitore affidatario che non riconosceva il diritto dei figli a vivere pariteticamente con l’altro genitore. In altri casi, ha consentito all’altro di sentirsi autorizzato a disinteressarsi del diritto dei propri figli a godere delle cure e della educazione diretta del genitore non affidatario. Diritto che non era sancito dalla legge, fino alla approvazione del nuovo testo licenziato alle camere.

Il primo comma del nuovo testo di legge sancisce quindi un fondamentale diritto dei figli.

Tuttavia, il nuovo testo di legge, rimane monco nella parte attuativa, in quanto delega al giudice ogni definizione delle modalita’ attuative del diritto sancito dalla legge. In particolare, non pone sufficienti rimedi legali per contrastare la volonta’ di un genitore di prevaricare l’altro nelle relazioni con i figli.

Siamo altresi’ convinti della necessita’ di eliminare ogni disparita’ di trattamento giuridico trai genitori, per evitare che il conflitto giuridico si inneschi per ottenere vantaggi o per punire l’altro genitore.

Questo documento intende rivolgersi a tutti i senatori, illustrando le gravi lacune della legge, in modo da presentare le ragioni per il loro coinvolgimento nel migliorare un testo di legge che se approvato nella forma attuale incrementera' la conflittualita' proprio nei casi per i quali la nuova legge era stata concepita. Chi vuole prevaricare continuera’ ad alimentare il conflitto, non esistendo sanzioni e vincoli che possano imporre il rispetto del diritto sancito al primo comma della nuova legge.


Cosa manca alla nuova legge per essere attuabile?

Gia’ con la legge attualmente in vigore e’ possibile preferire il regime dell’affidamento congiunto, che mantiene l’esercizio della potesta’ genitoriale e quindi il diritto dei figli ad avere relazioni con entrambi i genitori, anche in regime di separazione.

Se questo non avviene e’ per l’assenza di norme che possano disciplinare ogni possibile disaccordo tra genitori, che alla base della separazione, denotano una grave difficolta’ di comunicare e risolvere problemi relativi alla prole. Ogni caso di divergenza nelle decisioni che i genitori debbono prendere di comune accordo rischia quindi di paralizzare il processo decisionale dei genitori, salvo la naturale propensione di uno a prevalere sull’altro.

Per questi motivi e’ prassi consolidata preferire comunque un regime di affidamento esclusivo, che viene proposto dagli stessi avvocati anche nei casi di separazione consensuale, non conflittuale nella forma e anche nella sostanza, in cui i due genitori di comune accordo decidono di separarsi senza conflitto e mantenendo una comune visione educativa e di comunicazione relativa alla prole. Ovvero anche genitori che mantengono nella separazione una ottima comunicazione genitoriale e capacita’ di trovare autonomamente soluzioni alle eventuali divergenze, hanno optato per l’affido esclusivo.

Questa preferenza del regime esclusivo ha innescato una anomalia, per la quale la quasi totalita’ delle pregresse separazioni e’ affido esclusivo nella forma, ma una buona parte di esse ricalca esattamente il modello dell’affido congiunto nella sostanza. La rarita’ dell’affido congiunto ha di fatto decretato la sua difficile accettazione nelle sedi di separazione consensuale, in cui difficilmente un genitore che ha titolo per essere affidatario in esclusiva accetta il regime di affido congiunto.

Negli ultimi anni stanno tuttavia incrementando i casi di separazioni giudiziali in cui il giudice impone l’affidamento congiunto anche contro la volonta’ di un genitore, quando si rende conto che forzare la condivisione dei problemi genitoriali puo’ costituire un obiettivo non insormontabile per i genitori. Il primo comma del nuovo art. 155 sancisce i diritti prevalenti dei figli a mantenere relazioni con entrambi i genitori e al secondo comma, stabilisce prioritario l’affidamento a entrambi i genitori, costituendo quindi un fondamentale indirizzo giuridico a rendere omogenea questa preferenza:

“Per realizzare la finalità indicata dal primo comma, il giudice che pronuncia la separazione personale dei coniugi adotta i provvedimenti relativi alla prole con esclusivo riferimento all’interesse morale e materiale di essa. Valuta prioritariamente la possibilità che i figli minori restino affidati a entrambi i genitori oppure stabilisce a quale di essi i figli sono affidati,”

Possiamo quindi prevedere che tutti gli attuali casi di affido esclusivo, che di fatto risultano gestiti dai genitori in piena condivisione delle responsabilita’ genitoriali, saranno definiti anche formalmente “affidi condivisi” sul piano giuridico delle sentenze di separazione e dai decreti di omologa dei patti di separazione consensuale. Questa preferenza diverrebbe nominale, senza cambiare la sostanza.

Questa non è la riforma che ci si aspettava per sanare le situazioni conflittuali gestite negli ultimi 30 anni da magistrati e avvocati che hanno sempre scaraventato la figura di uno dei due genitori fuori dalla famiglia, incurante delle eventuali conseguenti situazioni di indigenza economica indotta da provvedimenti non equilibrati, privando di fatto i figli dell’apporto di entrambi i genitori.

Mancano infatti criteri precisi a cui un giudice debba attenersi nel definire l’affido a un solo genitore.

Mancano norme che garantiscano l’equa ripartizione delle responsabilita’ genitoriali, anche in situazione di palese disaccordo e di conflittualita’ giuridica, che regolino l’esercizio della potesta’ con una norma chiara e non passibile di interpretazioni giuridiche divergenti, a cui la attuale legge e’ soggetta. La norma che lasci intravedere la possibilita’ di escludere un genitore sulla base di comportamenti intransigenti, prevaricanti e con la sistematica denigrazione di un genitore, amplifica ed incentiva il conflitto anziche’ indurre i genitori al dialogo costruttivo per il bene del minore.

«Art. 155-bis. - (Affidamento a un solo genitore e opposizione all’affidamento condiviso) – Il giudice può disporre l’affidamento dei figli ad uno solo dei genitori qualora ritenga con provvedimento motivato che l’affidamento all’altro sia contrario all’interesse del minore.
Ciascuno dei genitori può, in qualsiasi momento, chiedere l’affidamento esclusivo quando sussistono le condizioni indicate al primo comma. Il giudice, se accoglie la domanda, dispone l’affidamento esclusivo al genitore istante, facendo salvi, per quanto possibile, i diritti del minore previsti dal primo comma dell’articolo 155. Se la domanda risulta manifestamente infondata, il giudice può considerare il comportamento del genitore istante ai fini della determinazione dei provvedimenti da adottare nell’interesse dei figli, rimanendo ferma l’applicazione dell’articolo 96 del codice di procedura civile.


Il testo originale elencava i motivi di pregiudizio ma e' stato modificato. Per quale motivo? Pregiudizio significa dannoso per il bambino. Ovvero, qualora un genitore sia anche considerato meno idoneo dell'altro, deve rimanene genitore se non e' negativo per il bambino. Contrario all'interesse del bambino, nella visione ben consolidata nella giurisprudenza significa che "quando i genitori sono in disaccordo si deve affidare esclusivamente alla madre nell'interesse del bambino." Infatti "l'interesse del bambino" ha esattamente questa interpretazione giuridica. Ogni comportamento escludente di un genitore che agisce in giudizio per prevaricare sull’altro genitore avra’ sempre motivazione per il bene del bambino. Ogni divergenza di opinione verra’ sempre considerata, se esposta in sede giudiziale, motivo di conflitto, sufficiente per affidare a un solo genitore, per il bene del bambino.

La piu’ frequente motivazione di inapplicabilita’ di affido a entrambi i genitori e’ sempre stata l’esistenza di conflittualita’, intendendo per essa la manifestazione in sede giudiziale di disaccordo su questioni relative ai figli, quali ad esempio i tempi di frequentazione e le scelte di educazione.

Se la legge omette di precisare i criteri di opposizione all’affidamento condiviso, lasciando al giudice la piena liberta’ di motivare la propria decisione maturata ascoltando le parti, non si ha alcuna garanzia che un genitore valido e positivo non venga escluso per motivi che non sarebbero mai considerati per togliere la potesta’ a un genitore normalmente convivente in famiglia. Innumerevoli casi giuridici testimoniano la facilita’ con cui un genitore idoneo e’ stato escluso con motivazioni deboli. Inoltre, non si richiede che la decisione del giudice sia basata su indagini approfondite che portano via molto tempo anche per situazioni non critiche, che sarebbero meglio gestite da un capace mediatore del conflitto, psicologo, in grado di cogliere le reali motivazioni e capacita’ dei genitori.

Ecco dunque la grave carenza della legge, che in presenza di conflitto strumentale non impone ai genitori un percorso di formazione genitoriale per insegnare ai genitori come comunicare, concentrandosi sulle soluzioni concrete relative ai figli, definendo un progetto di ripartizione dei compiti genitoriali che garantisca comunque ai figli una equa e definita presenza di entrambi i genitori. Per incentivare la mediazione si devono rimuovere le dispari condizioni tra le responsabilita’ dei due genitori, garantendo l’equa ripartizione come norma. Se la norma prevede equita’ anche in caso di conflitto, si potranno indurre i genitori a preferire un progetto elaborato da loro, con tutta liberta’ e secondo la guida di un esperto in mediazione del conflitto, che possa anche fornire sostegno psicologico. Focalizzando il discorso sull’impostazione del futuro dei propri figli, che due genitori idonei non possono mettere in secondo piano, si stempera il conflitto rimandando i motivi di rivalsa. Da un atteggiamento colpevolizzante, si passa a un progettualita’ creativa sul futuro dei figli.

Il testo attuale non prevede alcuna norma che regoli le decisioni del giudice, che nel poco tempo a disposizione e senza conoscere la reale situazione dei figli, “determina i tempi e le modalita’ della loro presenza presso ciascun genitore, fissando altresi’ la misura e il modo con cui ciascuno di essi deve contrinuire al mantenimento, alla cura, all’istruzione e all’educazione dei figli.”

Si deve quindi completare la legge con strumenti attuativi della condivisione dell’affido, introducendo regole chiare e precise per normare:

  • Progetto genitoriale e riduzione del conflitto
  • Criteri di affidamento a un solo genitore
  • Tempi e modalita’ di permanenza presso ciascun genitore
  • Destinazione della ex casa familiare
  • Mantenimento diretto
  • Sanzioni al comportamento escludente e/o alienante